La guerra contro il passato
Ho terminato un libro sulla "cancel culture", la moda (e non solo) accademica nel mondo anglosassone di rileggere la storia passata mettendo in luce le colpe dell'Occidente nella colonizzazione, nella ghettizzazione di persone di altre culture, di altri orientamenti sessuali, arrivando perfino a riscrivere un linguaggio che sia politicamente corretto ma per questo decisamente più stinto e indeterminato (per es. invece di padre e madre, genitori). Molto interessante, perchè sottolineava come di fondo ci sia un atteggiamento di superiorità morale verso il passato e nello stesso tempo un sradicamento che porta a non guardare più con fiducia al futuro (che si può perfezionare) ma a vivere un presente come se fosse eterno. Inoltre a distorcere il passato, leggendolo con valori che sono di oggi e non di allora: dire che Cristoforo Colombo è la causa principale della colonizzazione violenta dell'America Latina o che Churchill era un razzista è basta non è un grande approccio storico corretto.
Mi veniva in mente che, magari non con queste punte di esagerazione, ma anche la sfiducia verso il futuro che si tende a respirare oggi deriva in parte dal dimenticare il nostro passato e che l'altra faccia della medaglia è il continuare a guardare al passato con nostalgia come se fosse migliore del presente.










